«L’inconscio si vendica di notte»
Louis Scutenaire
Bruxelles, la capitale d’Europa, è una città sotto assedio. I soldati — mitra spianati, dito sul grilletto — la pattugliano giorno e notte.
D’ora in poi chiunque sia animato da cattive intenzioni, non solo da quelle inneggianti alla guerra santa, deve imparare a camminare per le strade rasentando i muri a testa bassa. La vita nel centro di questo paese, che è anche il centro politico del vecchio continente, deve scorrere in maniera tranquilla, normalizzata, pacificata. È l’obiettivo di ogni sorveglianza, il senso stesso della pace sociale: nulla deve accadere.
E infatti nulla è accaduto a Bruxelles la notte fra il 29 e il 30 novembre. Tutto era sotto controllo. Ma nella zona di Ath, una sessantina di chilometri ad ovest, qualcuno ha incendiato in più punti i cavi della rete ferroviaria dell’alta velocità. L’indomani, niente Thalys e Eurostar che collegano Bruxelles a Londra o Parigi, niente Tgv diretti nel sud della Francia. Tutto bloccato. Fra i nomi eccellenti di chi ha dovuto annullare i propri impegni a causa del sabotaggio figura anche il ministro francese dell’Economia, atteso nella capitale belga per un vertice coi suoi “omologhi” europei, nonché alcuni suoi colleghi belgi diretti a Cop21.
No, proprio nulla è accaduto a Bruxelles la notte fra il 29 e il 30 novembre. Tutto era sotto controllo. Ma ad Heverlée, una trentina di chilometri ad est, qualcuno è penetrato nella caserma sede della Forze Speciali e dei Servizi Segreti. Raggiunti alcuni veicoli militari, vi ha collocato dei congegni incendiari artigianali. La fortuna ha aiutato gli audaci (che hanno potuto allontanarsi indisturbati), ma il clima purtroppo no: forse a causa dell’umidità notturna la miccia si è spenta. Le fiamme non sono quindi divampate dentro il perimetro militare più sorvegliato e protetto del Belgio, ma solo sulle gote di tutte le autorità.
Con migliaia di soldati dispiegati sul territorio, con l’allerta al massimo livello, qualcuno ha sfidato lo Stato e lo ha umiliato entrando nella casa delle sue forze d’élite sotto il loro stesso naso.
Ecco, questi due avvenimenti concomitanti (non ci interessa sapere se per caso o per scelta) sono una magnifica dimostrazione che nulla potrà mai fermare una volontà individuale armata di determinazione. Dal centro alla periferia, c’è una civiltà intera da distruggere. Parlamenti ed Assemblee, misure legislative e calcoli politici, ragioni di Stato e strategie di movimento, gelo sociale e venticello attivista… niente e nessuno può riuscire a soffocare questo fuoco chiamato libertà.
Finimondo, 3/12/15